Vite Storte – Nunzia Scalzo

A tratti ho parteggiato per le vittime, a tratti per i carnefici.

Una raccolta di omicidi e fatti di sangue avvenuti in Sicilia nel secolo scorso, alcuni risolti e altri no. Racconti a metà tra la cronaca giornalistica e la storia in cui le protagoniste -vittime o carnefici- sono le donne. Un libro femminile ma non femminista, dove gli sconti non sono contemplati.

Difficile non immedesimarsi, le vittime conducevano apparentemente vite normali, e pensare che questa normalità sfocia poi in una tragedia è agghiacciante, ti mette di fronte alla consapevolezza che di normale nella vita può non esserci nulla, perché la patologia psichica è solo ben camuffata.
“Le femmine sono tutte puttane” l’insulto atavico che ci portiamo come dote scomoda, ma affascinante al tempo stesso è il filo conduttore di queste vite spezzate. Vuoi o non vuoi, in qualsiasi caso, è colpa della femmina. Vittima a volte, ma a volte anche astuta e subdola, che dell’appellativo scomodo se ne fa un vanto e come un dato di fatto ascisce e reagisce di conseguenza.
Il libro evidenzia come l’articolo 587 C.P. sia stato largamente evocato per uscire indenni dalle condanne per omicidio, anche quando il giustiziere aveva comunque premeditato e organizzato tutto ad arte.

Il testo è scorrevole e le storie intriganti.

“Ti commiseravo, mi facevi tenerezza, forse un po’ pena, eri sempre solo, triste, silenzioso, sempre in disparte, non defilato ma emarginato dagli altri, o forse autoemarginato. Non eri cattivo, non l’ho mai pensato. Mi sembravi solo uno sfigato”. (Dal diario di Emma Pinto Cammarata).

Commovente la chiusura. Una relazione con le cose, gli abiti, gli oggetti appartenuti alla vittima, è più stabile che con l’amata. Siamo nell’era di IoT (Internet delle cose) gli oggetti e gli elettrodomestici sono robotizzati e possono parlare a distanza con il padrone di casa, siamo all’avanguardia per le scoperte tecnologiche, ma non sappiamo ancora dialogare con le persone, non sappiamo vedere oltre il nostro “Io”, che prepotente chiede soddisfazione e ‘giustizia’.

Tanta tristezza nel prendere atto che dal secolo scorso ad oggi non sia cambiato nulla, che il 587 CP si chiami adesso “femminicidio per attacco di gelosia” e che sul piano educativo e comunicativo con l’altro sesso restiamo arenati.
Complimenti all’autrice Nunzia Scalzo per aver condiviso attraverso le sue parole queste “Vite Storte” e oltraggiate.

Titolo: “Vite Storte”

Autore: Nunzia Scalzo

A&B editrice

Prezzo di copertina 12 €

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