Brave persone

Secondo quanto si e’ appreso, la coppia non era in fase di separazione, ma viveva momenti di “frizione” alternati a riappacificazioni.
(http://www.strettoweb.com/foto/2019/03/femminicidio-donna-morta-messina-napoli/812689/#MPlomLvw5FUwh5OL.99)

Due donne del Sud sono state uccise ieri dai rispettivi compagni, una a Napoli 36 enne madre di tre figli e l’altra a Messina di appena 28 anni. Quest’ultima dopo l’ennesima lite grave con il compagno, avrebbe deciso di bloccarlo su Whatsapp e lasciarlo, ma lui non era d’accordo e dopo averla picchiata selvaggiamente l’ha lasciata morta accanto al letto ed ha cercato di depistare i sospetti per fare ricadere la colpa su un altro ex fidanzato della vittima.

A poche ore di quello che è stato fissato come il giorno per celebrare la donna, la sua forza, la sua virtù, la lotta contro i soprusi, gli abusi, le violenze di ogni genere, giungono queste ed altre notizie non meno gravi, che fanno rabbrividire chi le legge.

Dove stiamo andando? Chi abbiamo intorno a noi? C’è qualcuno capace di controllare la propria forza e la cattiveria? Si può accettare una reazione esagerata ed incontenibile con l’alibi della gelosia? Si può accettare che un risarcimento per danni morali riscatti la libertà, riducendo la pena già di per sé incerta, per consentire ad un violento di continuare a vivere, mentre la vittima si rivolta nella tomba ed i familiari hanno perso fiducia nella giustizia?

Esiste davvero una giustizia, che non sia quella divina, esiste una tutela per chi donna, bambino o qualsiasi persona debole viene molestata, vessata, aggredita o uccisa?

Quand’ero bambina credevo fermamente che Dio non avrebbe dovuto permettere queste violenze, le monache sostenevano che anche il male è un progetto di Dio e che noi non possiamo essere a conoscenza del perché accadono tante cose brutte.

Crescendo non ho avuto dubbi, probabilmente questo Dio non è dei nostri, non è una donna e non gli va sempre di far miracoli…

Pensavo che potesse almeno esserci una giustizia terrena, qualcuno che rimettesse a posto la tara e decidesse di riequilibrare questo caos che ogni giorno viviamo, ma le mie speranze sono state disattese tutte le volte che “la pena è stata ridotta perché” il reato era frutto di un “raptus di temporanea follia” o gelosia, “in fondo l’amava”, che il Santone di Lavinia è stato scarcerato perché la testimonianza di 6 minorenni e diverse prove inconfutabili non sono poi così affidabili o gravi da giustificare il carcere ad un porco settantenne obeso…

La società denuncia l’abuso, ma ci convive serenamente se non toccano i propri cari, in fondo siamo tutte brave persone…

Se non muori nessuno si accorge che hai bisogno di aiuto, siamo come quegli artisti il cui successo e notorietà arriva post mortem..

Siamo così tanto tutti “brave persone” che alla fine questo schifo di notizie non si sa perché e da chi arrivi.

Siamo bravissimi a parlare di diritti, pari opportunità, tutele, e poi diamo a Pillon la possibilità di emanare il “decreto medioevo”, quello che ci riporta ai tempi della caccia alle streghe, alla donna sottomessa e costretta a figliare come fosse un animale domestico da riproduzione, e se poi il marito si stanca può decidere di permutarla con una più in forma, ed uscire indenne da un possibile risarcimento o assegno di mantenimento, che già deve contribuire a mantenere i figli, e poi è ora di finirla con questa speculazione! Le donne si sa, di un euro ne fanno quattro, sono brave con il moltiplicatore del reddito e questa speculazione camuffata deve finire! Se vuoi campare trovati un lavoro, se non lo trovi prostituisciti pure, che poi ti togliamo i figli perché sei una madre indegna e degenerata, non indigente, ma degenerata.

Come si dice? “Cornuta e mazziata” così devi essere, se vuoi essere una donna viva, o che sopravviva. Sono troppo disgustata dalla realtà, questo post non potrebbe mai essere usato per la pubblicazione su una testata, dove si richiede obiettività e di essere super partes. Ma che ci posso fare? Sono troppo donna, e come tale sensibile a certe problematiche… Ma poi perché scrivo? Perché ho questa passione per il giornalismo? No. Non è una sindrome da voyerista è solo che, questo è il mio personale modo per esorcizzare quest’orrore, questo è il mio modo di rendere onore e omaggio alle vittime, questo è il mio modo di avvicinarmi alla giustizia.

Scrivere è il modo per farsi leggere, e per dire che dobbiamo assolutamente avere la forza di dire no alla violenza, che dobbiamo avere fiducia nella giustizia che prima o poi, da qui o da lassù, qualcuno si accorgerà di quanto male ci è stato fatto, che intanto dobbiamo denunciare per poterci tutelare, difendere, che dobbiamo sensibilizzare ed educare i nostri figli, ma anche gli altri ad avere la consapevolezza e la cultura per capire come si generano certi sentimenti e come vanno gestiti. Abbiamo tanto da imparare e gli auguri servono proprio a questo, ad andare avanti con coraggio e vivere! Auguri Donne!

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